Primo giorno on the road in Norvegia. Chilometri da percorrere con la Bmw Grand Tourer 306. Il tempo è incerto, il cielo non riesce a decidersi se scatenare una tempesta sopra di noi o lasciare che il sole continui a baciarci. Nel dubbio, salutiamo Bergen, le sue montagne e i trolls natalizi. Il navigatore ci indica subito la strada più breve, noi scegliamo una piccola deviazione panoramica.
Quindi, mentre gli abeti ci fanno ciao noi ci infiliamo in un dedalo di piccoli tornanti ricamati d’erba così verde da assumere la solita tonalità fosforescente sotto i raggi al neon del sole perennemente sullo zenit. Il fiordo ci mostra tutta la sua disarmante bellezza e poi compaiono le prime cascate d’acqua ghiacciata: evviva.
Ah, abbiamo anche provato il traghetto da Oppedal a Lavik: venti minuti di vento gelido, un caffè potente e gli occhi puntati sul Sognefjord davanti a noi.
Verso l’una scopriamo il primo lago e un prato dove una famiglia di norvegesi fa camping. Più in là due bambini bianchi bianchi sfidano il gelo e giocano in acqua. Nudi. Un duenne dai capelli rossi emerge dai flutti, attraversa la strada e corre scalzo e senza niente addosso ma molto felice sull’asfalto. Davanti a lui il padre cammina vestito, incurante del baby con la pelle d’oca. Differenze culturali 1 tra noi e loro: ai vichinghi 15 gradi sembrano 30; noi appena la temperatura scende sotto i 20 mettiamo il piumino. Da qui si evince la loro superiorità. Fisica.
Pecore e mucche punteggiano i fianchi delle montagne che si tuffano in una quantità impressionante di acqua: laghi, fiumi, ruscelli, cascate. E l’acqua è così cristallina che le casette rosse vi si specchiano dentro perfettamente, come fossero specchi. Se fossimo in Italia avremmo l’imbarazzo della scelta tra trattorie/baite/bar ricolmi di delikatessen locali. Differenze culturali 2 tra noi e loro: si fa fatica a trovare un caffè, una birra e un piatto caldo. E appena scopri una specie di tavola calda aperta fino alle dieci di sera (gli altri posti chiudono alle 20.30) le ragazze al bancone sono russe, maleducate e cucinano peggio di me e insomma il salmone alla griglia è appena decente. Peccato.
Però il sole continua a splendere e dopo cinque ore di viaggio, un pic nic e centinaia di foto appena arriviamo in hotel a Hornindal la vista è spettacolare.
Beh una cosa e’ certo che mi trasferisco in Norvegia posso aprire un ristorante almeno abbiamo l’accoglienza tipica italiana… Scherzi a parte degli scorci bellissimi
"Mi piace""Mi piace"