Vorrei essere qui: in Norvegia

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vista da the Juvet Hotel

«Torni in Norvegia, giusto?»
«Sì, è quasi un mese che lo dico e lo scrivo»
«Ok, allora prima devi fiondarti al cinema a vedere Ex Machina: il film è una specie di sci-fi, ma bello».
«È che a me quel genere lì non fa impazzire».
«Vabbè, comunque il film è bello, l’ha scritto quello di The Beach con Di Caprio. Ed è ambientato in un hotel favoloso, metafisico, fichissimo. In Norvegia».
«Ok, ora esco da whatsapp e lo cerco».

Conversazione con Sara, of course. Che è un’appassionata di polizieschi, thriller e film de paura. Sì, è la mia miglior amica. E per l’ennesima volta in vita mia mi ha ricordato che, tra qualche anno, probabilmente soffrirò di un anticipo di Alzheimer.
Già, perché questo film di Alex Garland (l’autore inglese di The Beach che per la prima volta scrive una sceneggiatura per il cinema da zero) non solo sapevo che sarebbe uscito il 30 luglio in Italia, ma avevo pure passato e titolato il servizio che lo presentava su GQ. E l’avevo completamente rimosso. Ma si può?

Comunque, lì nessuno faceva cenno al Juvet Hotel, in effetti. Sono andata a spiare il sito e ho scoperto che gli architetti Jensen & Skodvin volevano tirar su dal niente, dalla fiabesca campagna norvegese, il primo “landscape hotel” d’Europa. Cioè un albergo che si annulla nel paesaggio che lo circonda. Praticamente 7 piccoli cubi/palafitta di vetro che si affacciano sul fiume, la vallata e tutta la magia che compare nel bosco a 90 minuti da Ålesund, Norvegia nord occidentale.

E c’è anche una sauna. La prima sensazione che provi quando entri nella tua stanza? Senti la necessità di spogliarti all’istante per abbracciare la natura che ti circonda. Veramente.

Chissà che festa sarebbe per la Berenice. E Vittorio impazzirebbe. Mah, quasi quasi ci vado. Che dite?

PS: nel frattempo mi faccio una barretta di liquirizia Panda che è made in Finland: forse facciamo una deviazione a Rovaniemi, Lapponia, evviva.
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