Che ci fosse qualcosa che è andato storto ce ne siamo accorti davanti al Santa Park: ieri era chiuso e davanti al portone avevano incollato un foglio con su scritto «Riapriamo il 18 novembre». Quindi la Berenice si è messa a piangere perché a Rovaniemi siamo venuti per incontrare Babbo Natale, frequentare un corso per diventare folletti e, infine, farsi scarrozzare su un trenino trainato dalle renne prima di entrare nella famosa galleria del ghiaccio. Attività di un certo livello di cui ci detto cose magnifiche una coppia di Reggio Emilia una settimana fa.
Invece niente, il parco a tema dedicato al panzone e che era aperto tutto l’anno, quest’estate ha chiuso in anticipo. Dunque sì, è vero, il carrozzone finlandese costruito intorno al culto e al business del Natale che ha trasformato una paesino senza alcun fascino in una meta del consumismo planetario rischia il default. I 200mila euro di tasse non versate al governo di Helsinki hanno fatto venire i lacrimoni alla Berenice. E io ho maledetto il signor Kariniemis, il direttore del parco che ha fatto il furbo e che ha tempo fino a giovedì per pagare, pena la riduzione ulteriore delle attività.
Quello che però non vi hanno ancora spiegato, in Italia, è che i parchi sono due e che il Santa Claus Village è ancora aperto e lotta con noi. Che è una delle ragioni per cui la Berenice si è ripresa e io ho smesso di sentirmi una madre che promette e non mantiene e insomma grazie, Babbino. Dista solo 2 chilometri dall’altro ed è una specie di resort in stile alpino con i cottage rossi, decorato di luci colorate e milioni di sciocchezze natalizie Made in China. Tra l’altro, l’hanno costruito proprio sulla linea che segna il Circolo Polare Artico quindi trovate due versioni super cheap delle t-shirt ricordo a partire da 11 euro e rotti.
Comunque. Siamo entrati nel primo negozio di souvenir, abbiamo attraversato una piccola triste mostra su renne&elfi e alla fine, boom: c’era Babbo Natale ad aspettarci. Vittorio ha fatto finta di niente, ma la Berenice a momenti ci rimaneva secca. Spavento, emozione, felicità. Questo ha provato mia figlia. Poi ha scoperto che il Vecchio con la barba si serve di una polvere magica blu preparata dagli elfi: questo gli consente di consegnare i regali a tutti i bambini del mondo in una sola notte e ne passa un bicchierino anche alle renne. Chiacchiere, foto e sorpresa comprese costano da 20 a 40 euro, a seconda che si scelga una stampa piccola o grande. Però puoi anche scattare le foto con la tua camera, neh. E non ti obbligano a comprare la loro. Ma è ovvio che i vostri figli ve la chiederanno, quindi siete fottuti.
E in ogni caso sappiate che questa è la soluzione più economica, perché dietro le tende di ristoranti, caffè, negozi di piatti e bicchieri o design trovate un qualunque Babbo Natale pronto a farsi fotografare o riprendere coi baby per cifre che partono da 40 euro in sù. Il che mi fa dire: ma come diavolo è riuscito a rovinarsi il signore finlandese di cui sopra?
Altri esempi. Il Post Office di Babbo Natale, secondo quanto scrive Repubblica, è quello messo peggio. Io mi chiedo come sia possibile visto che era pieno di persone che ordinavano la lettera da farsi recapitare a casa il giorno di Natale (7,50 euro), compravano almeno 5 cartoline a testa (1 euro l’una) a cui potevano scegliere di appiccicare un francobollo di Babbo Natale (da 1,10 a 3 euro l’uno, a seconda del disegnino che vi piacea di più), più altre amenità a tema da 10 euro in su. Ok, a Rovaniemi non arrivano più 300mila turisti all’anno come nel 2009 e gli attraversamenti tra Finlandia e Russia sono calati del 33% nel 2013: quindi a dicembre troverete meno russi sulla motoslitte. Però in questo baraccone a 8 chilometri da Rovaniemi ieri abbiamo visto decine di famiglie sperperare gioiosamente il loro denaro.
Perfino noi, che siamo parsimoniosi, abbiamo investito una manciata di euro in sciocchezze. E provato pure gli hamburger di renne (tanto sono da allevamento, tranquilli). Questo nonostante in Finlandia ne trovi a decine sui bordi della strada e, spesso, te l’attraversano che tu hai appena il tempo di rallentare ed emozionarti.
E, alla fine, la Berenice era felice. Così quando ci siamo accorti che avevano allestito un finto villaggio sami con un finto ristorante sami accanto a cui trovavi un finto accampamento sami abbiamo anche dato 5 euro a testa al finto cowboy sami per accarezzare le sue renne.
Dio che bello. Ne esistono anche di bianche e hanno corna ricoperte di una peluria soffice soffice che sembra peluche. Se arriverà la famosa lettera non so se riuscirò a tornare qui d’inverno. Ma immagino che sotto la neve, questa Las Vegas per baby, possa diventare magica. Quindi sì, spero che Kariniemis trovi tutti gli euro che servono per pagare il suo debito allo stato. Ha tempo fino a giovedì prossimo e se Babbo Natale e gli elfi gli daranno una mano forse potrebbe addirittura farcela. Gloriosi auguri.