Otto ore a Copenaghen coi bambini

Altre quattro ore in Bmw Grand Tourer, attraversamento del ponte di Malmo (costa 52 euro) e siamo tornati in Danimarca. Fa freschino. Che è un altro dei motivi per cui ci manca tanto la Norvegia sopra il Circolo Polare Artico. Pfui.

Abbiamo salutato la Sirenetta perché volevo capire se quella di Trollbeads le assomiglia: sì, e se possibile è perfino più sorprendente. Vedere foto. Il bracciale è completato. Brilla di luce propria, oltre a essere magnifico. E la gente mi ferma e chiede: «Ma dove l’hai comprato?».


Tra l’altro, davanti alla creatura di Andersen abbiamo anche conosciuto una coppia di eritrei appena sposati: abitano in Norvegia ma il matrimonio lo hanno celebrato qui sempre per via della Sirenetta. Dicono che il loro è un amore da favola. Vabbè.

Erano le tre e mezza quando siamo arrivati. Giusto il tempo di visitare il centro, fare una passeggiata per Nyhavn, il quartiere con le casette colorate che si allungano sui canali della città, e abbiamo capito che gli italiani sono innamorati persi di Copenaghen. Ma di questo la B se n’è fregata: «Quando andiamo a Tivoli?».


Tivoli è un parco dei divertimenti storico, eretto nel 1843, rimodernato nei secoli successivi, ma con quel fascino decadente e irresistibile che hanno solo pochi altri posti al mondo. E, soprattutto, è in pieno centro e i bambini hanno l’ingresso gratuito. Ciononostante, è anche uno di quei posti amati dalle coppiette perché, a modo suo, è anche romantico se ti piacciono certe atmosfere fin de siècle. Quindi, ci abbiamo passato tutta la sera.

Domani partiamo e pazienza per la famosa lettera. Io non ho paura.

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