Perché gli Italiani amano le Lofoten

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Li trovi ovunque, ma qui alle Lofoten gli Italiani che incontri sono (un po’) speciali. Tutti hanno una storia da raccontare, non si agganciano alla vita il marsupio, sono vestiti da trekking. E hanno gli occhi che sorridono. Per forza. Quando arrivi qui hai la netta percezione di essere in un luogo stupefacente, di quelli che ti possono addirittura cambiare la vita. O il tuo punto di vista sulla vita. Quindi il futuro.

Siamo oltre il Circolo Polare Artico e l’estate dura, se va bene, tre mesi scarsi. Sono quattro le isole principali aggrappate una all’altra da piccoli ponti ad arco: 140 chilometri appena divisi tra Austvågøy, Vestvågøy, Flakstadøya e Moskenesøya e abitati da 24mila persone. D’estate la luce è così intensa che fino alle dieci di sera si gira con gli occhiali da sole. Arrivi con il ferry e vedi montagne imperiose spuntare dal mare, con la nebbiolina che ricama di mistero i pendii. Qualcuno dice che assomigliano a un drago disteso tra i flutti dell’Artico, io le ho inserite all’istante nella mia top list insieme ad Australia, Thailandia e Seychelles.

5 motivi per andare alle Lofoten

1 Perché svegliarsi in una rorbu è un’esperienza metafisica
Le rorbu erano i ricoveri dei pescatori di merluzzo: sono le tipiche casette rosse che vedete nelle foto delle Lofoten, delle specie di palafitte di legno con le fondamenta sugli scogli dell’artico. Ora le hanno trasformate in appartamenti e le affittano a un centinaio di euro a notte. Ti svegli e dalla finestra della camera vedi le montagne, il verde acqua del mare, i gabbiani e insomma sei felice. Noi siamo stati alle Eliassen Rorbuer a Reine (grazie Elisabeth) e credo che siano tra le più spettacolari che possiate prenotare. In più il cuoco è svedese e ha sposato un’italiana che ha appena avuto una bambina e quindi è super baby friendly. Per dire. A Vittorio ha preparato un piatto di pasta rossa perfetta.

2 Perché sei in Norvegia ma ci sono spiagge caraibiche
Ramberg è come Es Pujols, ma senza il casino d’agosto a Formentera. La sabbia è bianca, soffice e si distende per qualche chilometro. Il mare non è il Mediterraneo, ma la Berenice ci ha fatto il bagno. A volte è deserta, al massimo ci siete voi e un paio d’altre persone. E lo spettacolo della montagna alle vostre spalle è potente. Oppure c’è Utakleiv, definita dal Times la spiaggia più romantica del mondo, sullo Steinsfjorden. Chilometri di splendore, chevelodicoafa’.

3 Perché si pesca come se non ci fosse un domani
Nel senso che se non prendi in mano una canna da pesca dal 1993 qui lo puoi fare e sentirti un vero figo. Capita se paghi il biglietto per la gita al Trollfjord, un fiordo stretto appena cento metri, che navighi a bordo di una barca simile a quella che aveva Braccio di Ferro ma che qui si chiama M/S Orca, per esempio. Noi abbiamo rischiato di non partire, perché se non ci sono almeno 15 persone non se ne fa niente. Comunque. Avremmo voluto vedere almeno un’orca. Invece ci siamo goduti un paio di aquile, uno stormo di gabbiani che volava sulle nostre teste, una zuppa di pesce (leggi sotto) e abbiamo pescato. Nel senso che la barca si è fermata sopra un banco di pesci scemi e noi abbiamo lanciato l’esca e, tac, ne abbiamo tirato su tre. Qui li chiamano salmoni di mare e sono cibo per… volatili. Però è stato bello, dài.

4 Perché qui, finalmente, si mangia bene: prova la balena e poi me lo dici
Sì e non datemi dell’assassina, per carità. Più che la balena di Pinocchio da maggio ad agosto qui pescano delle balenottere comuni che assomigliano alle orche, ma immagino siano più buone. Hanno una carne rossa rossa e secondo noi la consistenza del filetto. Al ristorante non ce n’era più («È finita ieri e se non è fresca noi non la vendiamo»), ma noi l’abbiamo trovata al supermercato: con neanche 6 euro ci siamo portati a casa una bistecca di balena. Abbiamo acceso il fuoco, l’abbiamo piazzata sulla padella e in cinque minuti era pronta. Praticamente l’abbiamo trattata come una fiorentina, ma non sa di pesce bensì di fegato e selvatico. Lovely. Ah, e la  zuppa di pesce, bianca e cremosa e ricca di gamberi, rana pescatrice (monkfish) e soffici patate è da medaglia. E ti salva una cena.

5 Perché non devi scegliere tra mare o montagna
Alle Lofoten hai un po’ di tutto e lo standard è cinematografico. C’è così tanta bellezza da farti stare male. Ma, a parte questo, guidi per un’ora e incontri: spiagge di zucchero, passi alpini, pascoli irlandesi, casette rubate ai fratelli Grimm, scogli alla Phi Phi Island. E montagne disegnate dai giganti. Grazie, Dio.

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6 Perché puoi giocare a fare il vichingo senza essere Nikolaj Coster-Waldau
A Borg hanno scoperto una manciata di reperti vichinghi, quindi hanno eretto un museo impressionante, il Lofotr. E nel 1995 hanno ricostruito la Høvdinghuset, la casa del capotribù vichingo più grande del mondo. Si ispira a quella originale risalente al 500 AC e, intorno, ci hanno organizzato: un festival (il Vikingfestival d’inizio agosto), degustazioni a tema, gare di tiro con l’arca e lancio dell’ascia, gite in barca ed eventi vari in cui trovi biondi barbuti bellocci travestiti da vichingo che assomigliano a Nikolaj Coster-Waldau di Game of Thrones (lo Sterminatore di Re). Non so se mi spiego.

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